Arianna, esausta dalla vita frenetica e alienante della città,
decide di abbandonare tutto e trasferirsi in campagna. Con
l'entusiasmo tipico di chi inizia una nuova avventura, si getta in
questa decisione, quasi con un'anima spericolata. Nei fogli di questo
libro di racconti umoristici, narra le sue esperienze nel mondo
agreste e tra i suoi abitanti, affrontando le difficoltà pratiche
della solitudine, della fatica fisica, dell'isolamento sociale, delle
stravaganze dei vicini, delle feste di paese e della carenza di
compagni adatti. Il suo iniziale idealismo si scontra bruscamente con
la dura realtà, popolata di imprevisti, inconvenienti e
disillusioni.
Questo libro è un compagno che
regala più di una risata e induce alla riflessione, ideale per
coloro che hanno sognato di abbandonare la città per una vita più
semplice, pur consapevoli che non si tratti affatto di una
passeggiata.
Frasi sottolineate
Sul verde e sul bio, argomenti caldissimi oggi, sui quali tutti hanno
qualcosa da dire anche se pochi conoscono la materia fino in fondo
(come avviene sempre con gli argomenti caldissimi).
E la morale è la seguente: ricordati che è importante conoscere
bene il significato delle parole, delle cose e delle persone che
credi di desiderare, soprattutto se vuoi smettere all’istante di
volerle.
Se nasci femmina, in qualsiasi parte della terra dovrai essere per
sempre bella, depilata, vogliosa, madre pia, moglie fedele,
prostituta d'alto borgo ma anche zoccola di periferia, chef, maestra
di ripetizioni, segretaria, sarta, ballerina di lap dance,
responsabile di amministrazione, direttrice di azienda, con la messa
in piega, il reggicalze sotto il grembiule e il tacco di venti
centimetri anche al supermercato: una colf col sedere da brasiliana,
insomma. Non ce la farò mai.
Esiste infatti una sottile, inconscia pulsione con la quale una
giovane donna si convince di essere inabile a risolvere problemi
tecnici, che hanno a che fare con piccola manutenzione elettrica o
minuscola manovalanza; fin dalla notte dei tempi, la femmina scaltra
è riuscita a far assimilare al maschio questa sua apparente
incapacità tecnica e a farla passare come un grido d’aiuto
ancestrale a venirle in soccorso: una specie di richiesta di
dimostrazione di virilità, quando invece si tratta di palese e
vergognosa pigrizia, astutamente mascherata da frasi come: «Questa è
proprio roba da maschi», o «Aiutami, proprio non ci riesco, pesa
troppo». All’interno di simili frasi si nasconde il desiderio atavico di
rimediare uno schiavo che risolva i problemi affinché la fanciulla
in questione possa finalmente e con dolcezza abbandonarsi ai
beatissimi cazzi propri.
La campagna è per gli audaci, tant'è che quando si va in guerra, si
dice «la campagna di Russia», «la campagna d'Etiopia», e così
via…
A questo punto mi verrebbe da scrivere due righe su cosa farebbero
oggi in Italia i partigiani, se potessero tornare in vita e dare
un’occhiata di sfuggita al parlamento, ma questo è un umile
libretto di racconti umoristici quindi terrò ferma e lontana la
penna dalle invettive politiche, anche se, più che di politica,
parlerei di igiene civico.